Il L@bYoung ha preparato una performance collettiva, che ha coinvolto anche i genitori (appositamente ‘allenati e allenate dal laboratorio a loro dedicato). Ecco le foto, in un arcobaleno di colori che ha voluto essere il nostro omaggio al mese del Pride: un’occasione intersezionale* per parlare (anche) di diritti.
MUSIC-L@BYONG
Le avventure musicali del L@bYoung, l’appuntamento con le e gli adolescenti del venerdì pomeriggio allo spazio Ossigeno di Villa Guardia proseguono!
Con Daniele Molteni e Giorgia Graziano e le loro (e ormai anche nostre) IMPRONTE…
Venerdì scorso ci siamo ingaggiati e ingaggiate in un viaggio musical-coreografico che ha portato a termine la prima parte del nostro laboratorio, che prosegue ancora fino a fine luglio. Siamo partiti e partite a fine aprile, cantando Bella Ciao! e siamo arrivate e arrivati a fine giugno volendo dare un piccolo contributo al mese del Pride. Tra noi, infatti ci sono persone splendenti, sensibili ai temi del rispetto, dell’affermazione di sé e della collaborazione!
Dalla liberazione alla lotta per i diritti di tutti e tutte. Anzi, tutt3!
*Cosa significa intersezionale e perché ci riguarda?
A cura di Alle Bonicalzi – filosofa, fotografa, formatrice e attivista, nonché coordinatrice del gruppo adolescenti del L@bYoung
L’intersezionalità è una visione del mondo, di matrice transfemminista, che riconosce che diverse forme di discriminazione e oppressione si intersecano e amplificano a vicenda; e che, quindi, anche le lotte per i diritti si alleano, le une alle oltre. O così sarebbe meglio che fosse.
Essere una persona con disabilità comporta diverse discriminazioni (si pensi alle barriere architettoniche, ad esempio).
Essere una persona con disabilità e omosessuale ne comporta di più (alle barriere architettoniche si sommano o intersecano discriminazioni specifiche legate alla manifestazione e pratica della propria sessualità).
Essere una persona nera con disabilità e omosessuale ne comporta ancora di più (a quanto sopra, si aggiunge il portato del razzismo).
In pratica – a partire dagli anni ’90 dello scorso secolo e dagli studi della filosofa statunitense Kimberlé Crenshaw – ci si rende conto che non ha molto senso contrastarsi tra emarginati ed emarginate e che scendere in piazza insieme è meglio e più proficuo.
Ecco allora che manifestare per i diritti delle persone LGBTQI+ non si pone in contraddizione con le lotte per i diritti di altre soggettività marginalizzare, come le donne, le persone razializzate o quelle con disabilità.
L’arcobaleno, in questo, è un buon simbolo: l’unione delle diversità, al fine di darsi alla luce per chi davvero si è.
Meritevole degli stessi diritti di tuttɜ lɜ altrɜ.

Foto tratta da www.sinapsi.unina.it/violenza_bullismoomofobico
STOP FASCISMI
Nel nostro caso – il L@bYoung e l’associazione Diversamente Genitori si occupano di sostegno alle persone con disabilità, malattie rare o neurodivergenze – abbiamo voluto esprimere solidarietà anche a chi lotta per i diritti delle persone queer, consapevoli che il rispetto dei loro diritti sia un passo avanti per tutti e tutte, così come affiancare noi nella lotta contro discriminazioni e oppressioni relative a chi ha una disabilità possa contribuire enormemente alla co-costruzione di un mondo migliore tout court.
L’abilismo (cioè la pretesa che solo il corpo ‘normale’ abbia diritto di abitare il mondo) si combatte insieme al sessismo, all’omolesbotransfobia, al razzismo e sì, anche al fascismo… poiché ciascuna di queste oppressioni ne è in fondo una manifestazione.
Per noi l’arcobaleno è il simbolo della nostra amicizia e del nostro stare insieme, ma anche nel mondo!
Un inno alla diversità, all’unicità di ciascun@ di noi, nel rispetto di tutt3.
W IL L@BYOUNG IN TUTTE LE SUE SFUMATURE DI COLORE.
Per questo cantiamo…
(Sulla melodia del ritornello di Wellerman):
Fare i colori al L@bYoung gridando forte: eccoci qua.
Fare i colori al L@bYoung è una felicità.